Patrizia Molinari

SPECCHI

Il critico e scrittore Mario Fortunato ha definito i graffi sugli specchi di Patrizia Molinari “tagli dell’anima”. Patrizia Molinari definisce molti dei film che APOLLO 11 programma dei graffi di denuncia sulla superficie di quel che non si vuole vedere. Gli specchi di Molinari sono la negazione dell’immagine ovvia, quella che si è certi di trovare per strada sollevando distrattamente lo sguardo verso una superficie che rimanda la nostra immagine. L’artista si assume quindi il rischio e la responsabilità di offrire all’osservatore un’immagine altra, che non risieda in una consuetudine tutta mentale ma che ci permetta di guardare con attenzione alla realtà, di fissare lo sguardo sul vero. Quale soprassalto ci coglierebbe se d’improvviso, guardandoci allo specchio ci trovassimo col viso abraso, tagliato, ferito? Quale timore ci prenderebbe in un tempo e in molti luoghi che mal sopportano anche i segni del tempo sui nostri volti? Ecco, è a questo momentaneo turbamento che invitano gli specchi di Molinari e i film di APOLLO 11. Momentaneo perché non è il trauma che queste scelte vanno cercando, ma quei sussulti che aiutano a capire il dolore di una lesione, personale o collettiva, e che come le zolle tettoniche riemergono in apparenti momenti di quiete. Insomma come funziona la coscienza. [Michela Becchis]

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